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Ci stiamo forse “abituando” o forse le cose sono accadute in un paese troppo lontano da noi per scuoterci le coscienze.
La cosa peggiore è se i fatti venissero rimossi nel giro di poche settimane.
E non oso nemmeno pensare che il “poco clamore mediatico” (rispetto a Charlie Hebdo o ai fatti del Bataclan di Parigi) sia dovuto al fatto che i 49 morti dello sterminio di Orlando fossero tutti gay e che in qualche modo, qualcuno possa anche aver pensato “beh, in fondo, gli sta bene a ’sti froci degenerati”.
No, non voglio pensarlo…
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Mercoledì, Giugno 15, 2016 - 09:10:06
Credo che il discorso sia molto complesso ed articolato.
Da un lato potrebbe esserci la differenza (tra questa strage e quella di Parigi, per capirci) rispetto agli esecutori; da una parte spaventa l’idea di commando addestrati ed armati per portare il terrore nella nostra quotidianità, dall’altro l’idea più “rassicurante” del pazzo isolato. Negli USA ne abbiamo sentite e viste molte, di singoli che “sbroccano” e tornano a sparare i luoghi di lavoro o di aggregazione che hanno precedentemente frequentato, e poi ci sembra così lontano da noi e dal nostro modo di vivere (si pensi alla facilità di avere armi in USA al contrario dell’Europa) da preoccuparci meno.
Per un altro aspetto non dovrebbero esserci differenze, in entrambi i casi erano giovani che si stavano divertendo, ma temo che tu abbia ragione: a Parigi erano poveri giovani “normali”, i figli di qualsiasi uomo e donna, mentre dall’altro era una minoranza di “diversi” che si ritrovavano “tra di loro” e che quindi si poteva considerare più facilmente un obiettivo per qualche squilibrato.