Charlie, Medici, Sentenza, Morte, Inghilterra
I medici che hanno in cura Charlie Gard, il bambino britannico di 10 mesi affetto da una rara malattia genetica incurabile, hanno deciso di rinviare il momento in cui staccheranno le macchine che lo tengono in vita. Secondo un’amica di famiglia, forse accadrà nel fine settimana.
“Morirà sapendo che lo abbiamo amato”, hanno detto Connie Yates e Chris Gard, che volevano portare il figlio negli Stati Uniti per una cura sperimentale e invece hanno perso la battaglia legale terminata davanti alla Corte europea per i diritti umani.
Charlie, Medici, Sentenza, Morte, Inghilterra
Tutto questo mi sembra assolutamente inumano e ingiusto.
Le scartoffie e la burocrazia sono una cosa, la vita di un essere umano un’altra.
Togliere il diritto alla Speranza a quei due genitori, mi sembra un atto molto molto crudele di cui tutti noi dovremmo vergognarci.
I giudici britannici in primis.
Charlie, Medici, Sentenza, Morte, Inghilterra
sabato, Luglio 1, 2017 - 09:45:48
Non riesco nemmeno ad immaginare il senso di sconforto che devono provare i genitori e soprattutto d’ingiustizia.
Probabilmente la cura in America sarebbe inutile, forse più un occasione di studio per il centro che l’ha proposta che una vera possibilità, però non capisco come la fredda burocrazia possa imporre un atto che genere, considerando che non hanno nemmeno la scusante dei costi gravanti sulla comunità inglese, visto che i genitori sono in grado di sostenere tutte le spese.
Questo è un abominevole assassinio, visto che una possibilità se pur remota c’è, andare a staccare le macchine vuol dire uccidere in questo caso.
Probabilmente in Europa , visto che nel bene o nel male, la coltura cattolica comunque ha instillato il rispetto per la vita anche a chi cattolico non è, non si sarebbe presa questa decisione….
sabato, Luglio 1, 2017 - 10:18:55
Che ne è del libero arbitrio e della patria potestà?
Potranno essere denunciati i medici per omicidio?
Tutte queste domande anche se penso che la decisione sia stata dettata da un senso d’impotenza misto a pietà.